martedì 11 maggio 2010

L' articolo

11 maggio 2010 – Corriere della Sera – pag. 7 , viene pubblicata un’intervista all’avv. Nicola Morvillo che spiega la posizione della controparte :

«Le famiglie Orsi e Mazzoni non vogliono snaturare quella che è un’istituzione per Milano.
= Come mai sono andati in tribunale per avere lo sfratto esecutivo, se per loro è soltanto una questione di adeguare l'affitto?
Chiedono semplicemente un canone di mercato, nel ’98 un nuovo contratto: a 12 mila euro al mese. ( 12.000 x 12 mesi = € 144.000) Sono passati dodici anni da allora. E per quei 250 metri quadrati di locale e 150 di cantine i proprietari, ora, chiedono «un canone adeguato ai valori di mercato attuali»: «Una cifra intorno ai 500 mila euro annui, visto che in quella zona si parla di quantomeno 1.800 euro al metro per le parti nobili e di 450 per le altre».
= Scusatemi, ma un adeguamento del 300% mi sembra leggermente fuori mercato.
= Ma come mai il negozio/ufficio di fianco al ristorante sempre di loro proprietà viene affittato a 1200/1300 euro al metro ?

Tra l’altro, «quando da parte dei miei assistiti fu inviata la disdetta del contratto, nessuna proposta arrivò dai conduttori. A fine gennaio, venne notificata la licenza per finita locazione e ancora una volta i Pepori non si fecero avanti.
= Normalmente è il padrone di casa che fa una nuova proposta all’inquilino, non il contrario.
= Io e mia moglie, per circa un’ anno , dalla prima lettera di finita locazione abbiamo interpellato il Dott. Mazzoni a proposito del rinnovo dell’affitto, ma per la maggior parte delle volte abbiamo avuto risposte evasive. Alla mia ultima richiesta di un incontro mi è stato risposto testualmente “ i miei cugini vogliono trattare tramite avvocato”.

Di colpo, poi, si presentarono in tribunale avanzando l’avvenuta presentazione di una richiesta di vincolo del locale come bene culturale».
= L’avvocato non si ricorda di essere stato lui a citarci in tribunale per finita locazione , ed ottenere lo sfratto esecutivo. Chiaramente se uno viene chiamato in causa si difende come può.

Obiezione dell’avvocato: «Ma se anche venisse imposto il vincolo di locale storico, di certo non si potrebbero imporre i gestori (i Pepori)».
= Mi sembra però che dopo 85 anni di attività e il lavoro di tre generazioni, un piccolo riconoscimento può essere concesso.

L’avvocato Morvillo conclude: «Il giudice che ha rinviato la decisione sullo sfratto nelle motivazioni invoca la "indiscussa rilevanza culturale" della trattoria e la "evoluzione normativa in corso" quali ragioni atte a giustificare la non concessione dell’ordinanza di rilascio. Ma al momento le norme da applicare sono quelle vigenti e sono chiarissime. Anche per questo chiederemo di anticipare l’udienza».
= Probabilmente l’avvocato si è dimenticato di citare anche un altro pezzo della sentenza, dove di dice “ l’inosservanza, da parte del locatore degli obblighi di comunicazione, ai sensi dell’art. 40 L. 392/78, ai fini dell’esercizio della prelazione da parte del conduttore.

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